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PERCHE' INVESTIRE SU FACEBOOK

E come farlo senza buttare soldi

Investire (e guadagnare) con facebook

Il primo concetto da sfatare, se ci si vuole avvicinare a Facebook come mezzo di promozione per la propria azienda, è che possa essere utilizzato come un qualsiasi altro mezzo di comunicazione.
Facebook è una rete social, fatta di persone che scelgono di approcciarlo per restare in contatto tra loro e costruire una community basata su interessi comuni.

In pratica si tratta dell’evoluzione ‘virtuale’ di tutte le reti sociali da sempre esistenti nella comunità umana: religioni, sindacati, associazioni e via dicendo.. Ma perché le persone si approcciano a Facebook? Un recente sondaggio ha stabilito che lo fanno principalmente per mantenere i contatti con i propri familiari o amici, per ritrovare persone che hanno fatto parte delle loro vite o per riunirsi in gruppi uniti da interessi comuni.
Facebook è stato semplicemente capace di offrire uno spazio su un mezzo in ascesa (internet) e permettere quindi alle persone di fare quello che, da sempre, gli esseri umani cercano di fare: sentirsi parte di una comunità e raccontarsi, comunicare.
Dunque, le aziende che vogliono fare marketing attraverso Facebook devono tenere presente questo dogma: Facebook non è nato per vendere ma per mettere in contatto le persone. Non a caso, il pay off recita: “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. E’ semplice constatare che le aziende che non afferrano e mettono in pratica questo concetto ma, piuttosto, si limitano ad usare Facebook come una qualsiasi vetrina o come un altro media (TV, radio), rimangono deluse dal ritorno ottenuto.

Per comprendere quali obbiettivi porsi e come raggiungerli, occorre analizzare nel dettaglio il profondo cambiamento che ha investito il concetto di ‘consumatore’ nell’era di internet. Le pubblicità tradizionali, le uniche possibili fino a qualche decennio fa, che irrompevano dalla televisione e ‘convincevano’ un consumatore passivo, oggi funzionano molto meno. Con l’avvento di internet e la sua sempre crescente penetrazione è l’intero modello dell’interruption marketing ad entrare in crisi: il consumatore è divenuto più consapevole, spende tempo a cercare in rete i propri acquisti, li confronta, li analizza e, soprattutto, si affida al giudizio degli altri consumatori. Quello che un tempo era il passaparola tra amici e conoscenti oggi si è allargato ed esercita la sua notevole influenza sul mercato. Va da sé che, con una penetrazione di internet al 58% e di Facebook al 42% solo in Italia, il potere di influenza che il social ha sul consumatore, si fa via via più importante.

Il primo concetto da sfatare, se ci si vuole avvicinare a Facebook come mezzo di promozione per la propria azienda, è che possa essere utilizzato come un qualsiasi altro mezzo di comunicazione.
Facebook è una rete social, fatta di persone che scelgono di approcciarlo per restare in contatto tra loro e costruire una community basata su interessi comuni.

In pratica si tratta dell’evoluzione ‘virtuale’ di tutte le reti sociali da sempre esistenti nella comunità umana: religioni, sindacati, associazioni e via dicendo.. Ma perché le persone si approcciano a Facebook? Un recente sondaggio ha stabilito che lo fanno principalmente per mantenere i contatti con i propri familiari o amici, per ritrovare persone che hanno fatto parte delle loro vite o per riunirsi in gruppi uniti da interessi comuni.
Facebook è stato semplicemente capace di offrire uno spazio su un mezzo in ascesa (internet) e permettere quindi alle persone di fare quello che, da sempre, gli esseri umani cercano di fare: sentirsi parte di una comunità e raccontarsi, comunicare.
Dunque, le aziende che vogliono fare marketing attraverso Facebook devono tenere presente questo dogma: Facebook non è nato per vendere ma per mettere in contatto le persone. Non a caso, il pay off recita: “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. E’ semplice constatare che le aziende che non afferrano e mettono in pratica questo concetto ma, piuttosto, si limitano ad usare Facebook come una qualsiasi vetrina o come un altro media (TV, radio), rimangono deluse dal ritorno ottenuto.

Per comprendere quali obbiettivi porsi e come raggiungerli, occorre analizzare nel dettaglio il profondo cambiamento che ha investito il concetto di ‘consumatore’ nell’era di internet. Le pubblicità tradizionali, le uniche possibili fino a qualche decennio fa, che irrompevano dalla televisione e ‘convincevano’ un consumatore passivo, oggi funzionano molto meno. Con l’avvento di internet e la sua sempre crescente penetrazione è l’intero modello dell’interruption marketing ad entrare in crisi: il consumatore è divenuto più consapevole, spende tempo a cercare in rete i propri acquisti, li confronta, li analizza e, soprattutto, si affida al giudizio degli altri consumatori. Quello che un tempo era il passaparola tra amici e conoscenti oggi si è allargato ed esercita la sua notevole influenza sul mercato. Va da sé che, con una penetrazione di internet al 58% e di Facebook al 42% solo in Italia, il potere di influenza che il social ha sul consumatore, si fa via via più importante.

“Un brand non è più quello che l’azienda racconta ai consumatori, ma quello che dicono i consumatori sul brand” , queste parole di Scott Cook rendono perfettamente il concetto appena espresso.
Le aziende che si affacciano su Facebook entrano, che piaccia o meno, a far parte di una comunità, una agorà dove si discute di tutto, incluse le aziende ed il loro business, occorre dunque inserirsi in questo dialogo con capacità di ascolto verso il cliente e le sue esigenze. L’alternativa è restarne fuori, con conseguente perdita di possibili clienti. A questo si aggiunge l’enorme potenzialità che offre Facebook Ads, la piattaforma di pubblicità social più potente al mondo, che, grazie alla mole immensa di utenti e di informazioni su di essi, consente alle aziende, secondo quanto la stessa Facebook afferma, “di raggiungere la persona giusta con il messaggio giusto, creando un target ad hoc per ogni brand”. Naturalmente, i limiti della targetizzazione degli utenti esistono ed ogni campagna va configurata al meglio.

Ma quali quindi gli obiettivi principali da porsi e da raggiungere, dunque, attraverso Facebook?

– Customer care, ovvero un canale aperto di dialogo con i propri clienti dove offrire ascolto e problem solving, in modo da garantirne la fidelizzazione.
– Brand awareness, il farsi conoscere
– Lead generation intesa come creazione di una lista di contatti referenziati
– Sale, ovvero la vendita vera e proprio attraverso Facebook.

Vuoi approfondire questo tema? Hai bisogno di consulenza specifica sulle tue strategie di Facebook marketing?
Compila il form sottostante: ti contatteremo al più presto

“Un brand non è più quello che l’azienda racconta ai consumatori, ma quello che dicono i consumatori sul brand” , queste parole di Scott Cook rendono perfettamente il concetto appena espresso.
Le aziende che si affacciano su Facebook entrano, che piaccia o meno, a far parte di una comunità, una agorà dove si discute di tutto, incluse le aziende ed il loro business, occorre dunque inserirsi in questo dialogo con capacità di ascolto verso il cliente e le sue esigenze. L’alternativa è restarne fuori, con conseguente perdita di possibili clienti. A questo si aggiunge l’enorme potenzialità che offre Facebook Ads, la piattaforma di pubblicità social più potente al mondo, che, grazie alla mole immensa di utenti e di informazioni su di essi, consente alle aziende, secondo quanto la stessa Facebook afferma, “di raggiungere la persona giusta con il messaggio giusto, creando un target ad hoc per ogni brand”. Naturalmente, i limiti della targetizzazione degli utenti esistono ed ogni campagna va configurata al meglio.

Ma quali quindi gli obiettivi principali da porsi e da raggiungere, dunque, attraverso Facebook?

– Customer care, ovvero un canale aperto di dialogo con i propri clienti dove offrire ascolto e problem solving, in modo da garantirne la fidelizzazione.
– Brand awareness, il farsi conoscere
– Lead generation intesa come creazione di una lista di contatti referenziati
– Sale, ovvero la vendita vera e proprio attraverso Facebook.

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