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Controllare il posizionamento di un sito

Monitorare il ranking di un sito

CONTROLLARE IL POSIZIONAMENTO DI UN SITO

Aiuto! Da ieri sera il mio sito è stato bannato da Google!!! Potete aiutarmi a capire cosa può essere successo??? Il mio sito da stamattina ha perso 30 posizioni per la parola chiave più importante: siamo stati penalizzati?
Sono solo alcuni dei messaggi che ci capita di ricevere da visitatori preoccupati per repentini cambiamenti nelle serp che tengono maggiormente d’occhio: nella stragrande maggior parte dei casi si tratta di allarmi non giustificati. Può sembrare strano, considerata l’apparente familiarità che ormai ognuno di noi ha con un motore di ricerca, ma monitorare correttamente i risultati delle proprie attività in ambito SEO non è cosa semplice. In primis perché alcune caratteristiche di Google complicano le cose, aspetto a cui va aggiunta la scarsa “scientificità” dei metodi utilizzati per il monitoraggio. Diciamolo subito: fare una ricerca tramite browser di una parola chiave considerata un target importante, non è il modo migliore per monitorare le performance del proprio sito. I risultati di una serp, infatti, possono risultare fortemente influenzati da diversi elementi: presenza di cookies ed eventuale cronologia Google attiva, location da cui viene inviata la richiesta al motore, impostazioni personalizzate del browser e così via. Ecco quindi che si pone l’urgenza di utilizzare un metodo “scientifico” e ragionato per generare i propri report.

IL NOSTRO METODO
In primis i report che andremo a generare dovranno essere realmente obiettivi, ovvero influenzati il meno possibile da fattori esterni che potrebbero inficiarne la veridicità. Personalmente utilizzo un software su Cloud (contattatemi se volete sapere quale!) che si occupa di verificare periodicamente i posizionamenti di tutti i miei clienti. Questi i principali vantaggi  (comuni a diversi software presenti sul mercato):
– Generazione di report non inficiati da personalizzazioni dei browser o da geotargetizzazione dell’ip da cui proviene la richiesta a Google
– Schedulabilità dei report, che saranno generati in automatico e generalmente salvati in un’area riservata o inviati via mail
– Template personalizzabili sia per quanto concerne i dati da prendere in considerazione (quali keyword, quali motori di ricerca, profondità delle ricerche…) che per quanto riguarda grafica e inserimento di loghi o payoff aziendali
– Conservazione di uno storico su cui basare analisi e confronti, in grado di dare velocemente informazioni sulla bontà delle strategie perseguite.
Questi report, inerenti il posizionamento organico tout court, vengono incrociati con altre due fonti con relativi dati: quelli relativi a domain e page authority di Moz e alcuni dei dati disponibili nella Search Console di Google.
I dati di Moz sono considerati una testimonianza affidabile dell’autorevolezza di un sito: la domain autohority fornisce valide informazioni sul valore medio di un sito in termini come detto di autorevolezza, fattore che si suppone cresca nel caso di siti su cui sono in corso attività promozionali (viene determinato da diversi fattori fra cui il livello di ottimizzazione, la link popularity, la bontà ed il valore dei contenuti e così via…). La page authority ha un significato simile,  applicata ad ogni singola pagina di un sito.
In ultimo la Search Console di Google, che qualsiasi webmaster o sedicente tale dovrebbe utilizzare, fornisce una grande varietà di dati relativi ad un sito: per i nostri report a noi interessano, in particolare, il valore numerico degli inbound link.
L’analisi che consegue dall’ottenimento di questi dati (che mediamente vengono analizzati mensilmente per ogni progetto di posizionamento) può essere infine confrontata con quella proveniente dalle web analytics: soltanto l’incrocio di tutti questi dati sarà in grado di dirci, con precisione, se un sito ha migliorato o peggiorato la propria visibilità, se eventuali strategie seo stanno dando buoni risultati, fornendo al contempo anche valide spiegazioni a supporto.

Aiuto! Da ieri sera il mio sito è stato bannato da Google!!! Potete aiutarmi a capire cosa può essere successo??? Il mio sito da stamattina ha perso 30 posizioni per la parola chiave più importante: siamo stati penalizzati?
Sono solo alcuni dei messaggi che ci capita di ricevere da visitatori preoccupati per repentini cambiamenti nelle serp che tengono maggiormente d’occhio: nella stragrande maggior parte dei casi si tratta di allarmi non giustificati. Può sembrare strano, considerata l’apparente familiarità che ormai ognuno di noi ha con un motore di ricerca, ma monitorare correttamente i risultati delle proprie attività in ambito SEO non è cosa semplice. In primis perché alcune caratteristiche di Google complicano le cose, aspetto a cui va aggiunta la scarsa “scientificità” dei metodi utilizzati per il monitoraggio. Diciamolo subito: fare una ricerca tramite browser di una parola chiave considerata un target importante, non è il modo migliore per monitorare le performance del proprio sito. I risultati di una serp, infatti, possono risultare fortemente influenzati da diversi elementi: presenza di cookies ed eventuale cronologia Google attiva, location da cui viene inviata la richiesta al motore, impostazioni personalizzate del browser e così via. Ecco quindi che si pone l’urgenza di utilizzare un metodo “scientifico” e ragionato per generare i propri report.

IL NOSTRO METODO
In primis i report che andremo a generare dovranno essere realmente obiettivi, ovvero influenzati il meno possibile da fattori esterni che potrebbero inficiarne la veridicità. Personalmente utilizzo un software su Cloud (contattatemi se volete sapere quale!) che si occupa di verificare periodicamente i posizionamenti di tutti i miei clienti. Questi i principali vantaggi  (comuni a diversi software presenti sul mercato):
– Generazione di report non inficiati da personalizzazioni dei browser o da geotargetizzazione dell’ip da cui proviene la richiesta a Google
– Schedulabilità dei report, che saranno generati in automatico e generalmente salvati in un’area riservata o inviati via mail
– Template personalizzabili sia per quanto concerne i dati da prendere in considerazione (quali keyword, quali motori di ricerca, profondità delle ricerche…) che per quanto riguarda grafica e inserimento di loghi o payoff aziendali
– Conservazione di uno storico su cui basare analisi e confronti, in grado di dare velocemente informazioni sulla bontà delle strategie perseguite.
Questi report, inerenti il posizionamento organico tout court, vengono incrociati con altre due fonti con relativi dati: quelli relativi a domain e page authority di Moz e alcuni dei dati disponibili nella Search Console di Google.
I dati di Moz sono considerati una testimonianza affidabile dell’autorevolezza di un sito: la domain autohority fornisce valide informazioni sul valore medio di un sito in termini come detto di autorevolezza, fattore che si suppone cresca nel caso di siti su cui sono in corso attività promozionali (viene determinato da diversi fattori fra cui il livello di ottimizzazione, la link popularity, la bontà ed il valore dei contenuti e così via…). La page authority ha un significato simile,  applicata ad ogni singola pagina di un sito.
In ultimo la Search Console di Google, che qualsiasi webmaster o sedicente tale dovrebbe utilizzare, fornisce una grande varietà di dati relativi ad un sito: per i nostri report a noi interessano, in particolare, il valore numerico degli inbound link.
L’analisi che consegue dall’ottenimento di questi dati (che mediamente vengono analizzati mensilmente per ogni progetto di posizionamento) può essere infine confrontata con quella proveniente dalle web analytics: soltanto l’incrocio di tutti questi dati sarà in grado di dirci, con precisione, se un sito ha migliorato o peggiorato la propria visibilità, se eventuali strategie seo stanno dando buoni risultati, fornendo al contempo anche valide spiegazioni a supporto.

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